A parte l’ultimo loro parto, il singolo molto evocativo
Pussy (che non posso linkare perché il video è praticamente un pornazzo, e no, non sto esagerando), che mi ha lasciato francamente molto perplessa, i Rammstein si sono aggiudicati – e con largo vantaggio – il primo posto del mio personale podio metallico. Li trovo fantastici sotto ogni possibile aspetto: dal sound (la voce del vocalist, Till Lindemann, è profondissima e inquietante, e la sua capacità interpretativa lo pone a metà strada tra il cantante e l’attore) all’abilità musicale dei singoli membri, dall’energia assurda di ogni loro canzone alla peculiarità dei testi, sempre bellissimi e contemporaneamente ripugnanti. Non è che sono schizofrenica, è davvero così: i Rammstein indagano senza sosta un mondo putrido, fatto di oscurità e follia, malattia, grottesco, oscenità, tutta roba che disgusta e inorridisce dal profondo dell’anima, ma nel momento in cui la cantano riescono a trovare in qualche modo la poeticità della melma. È così che ci si sente, ascoltantoli, contemporaneamente nauseati e affascinati. I Rammstein sono dei pazzi geniali, che raccontano storie raccapriccianti in un modo tutto loro: riescono a trasformare l’agghiacciante vicenda di un bambino sepolto vivo in una fiaba (Spieluhr), a dare una logica al delirio psicopatico di un necrofilo (Heirate mich), di un cannibale (Mein Teil) o di un maniaco (Du riechst so gut, Stein um Stein – ascoltate l’assolo della chitarra, vi prego... *_*), a rendere triste e terribili le onde del mare (Reise reise), o riutilizzare per le canzoni la stessa spietata e disarmante naturalità con cui nelle fiabe si racconta l’orrorifico (Hilf mir, Mein Herz brennt), o a trovare la bellezza più profonda nell’orribile (Morgenstern). Chiaro, ci vuole un certo stomaco per seguirli, e non solo per il mondo oscuro in cui costringono a tuffarsi, ma anche perché il loro particolare sound è molto, molto duro, e il fatto che cantino in tedesco lo rende a volte ancora più aspro; ma nella loro dirompente forza li trovo davvero irraggiungibili.
Ecco alcuni video, così da rendervi l’idea.
Feuer frei!Ich willMoskauRosenrot